La globalizzazione della crescita porta con sé una forte pressione sulle risorse naturali e ambientali, che sono per loro natura risorse esauribili. Questo ha fatto riemergere la preoccupazione che il continuo sviluppo possa provocare l’esaurimento delle risorse naturali e la crescita dei problemi ambientali. Ogni luogo in cui l'uomo svolge la sua attività giornaliera, necessita di energia. Consumiamo energia ogni volta che facciamo qualcosa. Tutte le cose che ci circondano hanno bisogno di energia per funzionare, o comunque ne hanno avuto bisogno per essere prodotte. L'impatto economico, generato dallo sviluppo di queste attività, è da considerarsi sia diretto che indiretto.
Il trattato di Kyoto obbliga ad una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti rispetto alle emissioni registrate nel 1990. L’accordo internazionale ha determinato criteri comuni per la tassazione delle nazioni sulle emissioni che sono inserite in un Fondo Mondiale per il finanziamento degli interventi attuativi del Protocollo di Kyoto e le relative misure compensative. Il trattato, di natura volontaria, è stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) ma è entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005 grazie dalla ratifica del Protocollo da parte della Russia che ha permesso di raggiungere le 55 Nazioni firmatarie rappresentanti almeno il 55% delle emissioni serra globali di origine antropica.
Le energie alternative e l’efficienza energetica sono senza dubbio la strada principale per raggiungere quel mondo nuovo prefigurabile negli scenari voluti dal protocollo di Kyoto e l’ultimo testo approvato alla Conferenza sul clima di Parigi (la COP21) prevede che l’aumento della temperatura sia contenuto entro i 2° e questa volta ha aderito tutto il mondo, compresi i quattro più grandi inquinatori: Europa, Cina, l’India e Stati Uniti.